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Sentieri di Valdorcia

Pienza; panorama sulla Valdorcia in MTB

Dopo un lungo (troppo) periodo di inattività dovuta ad incombenze professionali e personali arriva finalmente il momento di risalire in sella; e, per l’occasione, in un contesto davvero straordinario, uno dei più belli della Toscana, dell’Italia e del mondo intero (vabbè, siamo anche un pochino di parte…): La Valdorcia, patrimonio dell’Umanità sito UNESCO.

Il tracciato che seguiremo è stato preimpostato grazie ad indicazioni rintracciate qua e la sulla app che utilizziamo per le informazioni e per salvare i tracciati, dato che della zona conosciamo a fondo ogni strada asfaltata e sterrata percorribile in sella ad una moto (trovate tutto di più sul sito nella sezione Toscana/Valdorcia) ma ben poco sappiamo dei sentieri ciclabili e pedonali.


VIDEO, MAPPA E GPX DELL'ITINERARIO A FINE PAGINA


Il percorso ad anello di circa 30 km parte prende il via dalla bellissima terrazza sulla Valdorcia conosciuta con il nome di Pienza, città dove ovviamente il tour avrà anche il suo termine.

Dopo avere ammirato il panorama che si gode dalla terrazza di  via Santa Caterina, Lasciamo alle nostre spalle una movimentata Pienza, nonostante il periodo, (trovate tutto ciò che riguarda Pienza e dintorni qui:  LA PRIMAVERA DELLE CRETE SENESI), scendiamo velocemente verso la valle ammirando velocemente la piccola Pieve romanica dei Santi Vito e Modesto a Corsignano dove furono battezzati i papi Pio II e Pio III, per poi imboccare il primo tratto sterratto della giornata, scortati dalle meraviglie che questa terra unica è in grado di offrire.

Discesa dal colle di Pienza e risalita su quello di fronte, sterrata e a tratti decisamente ripida ma niente che possa impensierirci nonostante la nostra scarsa esperienza in bici, anche se quella 40ennale in moto aiuta decisamente, dato che fare il “bischero” sullo sterrato è decisamente più facile e sano con un mezzo di 20 chili che con uno di 300. Forse.

Cappella della madonna di Vitaleta

Valdorcia, la Cappella di Vitaleta

L’avvicinarsi della cappella si nota dall’aumento esponenziale del traffico e delle auto parcheggiate, Vitaleta purtroppo è un luogo “instagrammabile” che richiama centinaia di persone alla ricerca dello scatto da tanti like, uno delle centinaia, delle migliaia, che ogni giorno viene pubblicato. Inutilmente, da chi essenzialmente della cappella e del contesto, al di fuori dell’apprezzamento social, non gliene può fregare di meno.

Risalente al periodo rinascimentale è stata di recente completamente ristrutturata (2021) e riportata al suo antico splendore, il luogo in cui sorge si narra sia quello in cui la madonna apparve ad una pastorella; quello che è certo è che il luogo è assolutamente splendido e merita una sosta per ammirare la cappella ed il paesaggio circostante


Il tratto di percorso che ci porterà fino a San Quirico d’Orcia è probabilmente quello più impegnativo dell’intero tracciato, segmenti di strada sterrata compatta si alternano a passaggi in sentieri protetti dai boschi e a salite ripide umide con presenza di sassi anche di grosse dimensioni, dove non ci resta da aumentare il livello di assistenza del motore che, tendenzialmente, cerchiamo di non utilizzare sopra quello minimo se non è assolutamente indispensabile.

In lontananza con il profilo del monte Amiata sullo sfondo, i profili di Rocca d'Orcia e Castiglione d'Orcia catturano irrimediabilmente l'attenzione.


Distolto con difficoltà lo sguardo (e l'obbiettivo) dal panorama circostante sul quale risalta il profilo della bella Montalcino fieramente aggrappata alla collina che domina il paesaggio, raggiungiamo infine il medievale borgo di San Quirico, dove ci attende anche una meritata sosta rifocillante.

Compito questo che sarà perfettamente svolto dalla "Bottega di Portanuova" (come è possibile capire guardando il video che trovate a fine pagina) situata subito fuori dalle mura, in prossimità di Porta Nuova, ingresso cittadino risalente agli anni '20 del XX secolo

San Quirico d'Orcia

San Quirico d'Orcia

Panorama di Valdorcia

Adesso dobbiamo cercare di limitare le soste, il sole scende velocemente verso il profilo collinare e vogliamo rientrare a Pienza prima che sia troppo scuro; alcuni inconvenienti rallentano la nostra marcia lungo il percorso che si snoda tra filari di viti e intricati boschetti alla volta di Bagno Vignoni, ultima tappa della giornata.

Incautamente dimenticata la borsa degli attrezzi da applicare al telaio, saranno le vibrazioni dello sterrato a fare allentare le viti che bloccano i due manubri e quella che ferma il sellino della bici di quello più pesante dei due; problemi risolti grazie alla chiave a brugola fortunosamente presente nella borsa della reflex e ad un sassolino dalla forma giusta per la brugola più grossa che regge la sella.

Bagno Vignoni

Veloce passaggio nel medievale Borgo e breve sosta nella rinascimentale Piazza delle Sorgenti, vasca che contiene le calde acque termali che fuoriescono dalla falda di origini vulcaniche note fin dall’epoca Etrusca, acque che successivamente si dirigono verso il Parco dei Mulini dove in epoca medievale alimentavano i suddetti mulini senza soluzione di continuità.

Verso Pienza

Sterrati di Valdorcia

Il percorso da Bagno Vignoni a Pienza utilizza per un breve tratto la trafficata SS2 Cassia (anche se crediamo ci sia un alternativa più sicura) per poi deviare su compatti sterrati ampi e facili da affrontare che rendono la parte finale di questo viaggio odierno più piacevole del previsto, la stanchezza inizia a farsi sentire e l’affrontare nuovamente sentieri ripidi e difficili sarebbe stato drammatico. 

Grazie al tracciato più scorrevole e al profilo della città di Pienza che ci tranquillizza con la sua vicinanza, ci concediamo qualche sosta in più, per ammirare (e fotografare) un paesaggio sempre straordinario, anche in una gironata come quella di oggi, con le nuvole che dispettose hanno quasi sempre celato il cielo azzurro e il tiepido sole.

Panorami di Valdorcia

Pienza

Raggiungiamo infine Pienza arrampicandoci lungo gli ultimi tornanti asfaltati che arrivano fin sotto le antiche mura, l’idea appena sbocciata di attraversare il borgo per godere degli ultimi raggi del sole che tra le nuvole illumina la Valdorcia, sfiorisce davanti al cartello di divieto di accesso alle bici.

Sacrosanto divieto, non fraintendeteci, ma a questo punto di spingere le bici per tutta Pienza non ne abbiamo voglia, tutto quello che al momento necessitiamo è di raggiungere il Doblò, caricare il tutto e tornare a casa, dove ci aspetta una calda doccia rifocillante.

 

Stanchi ma soddisfatti ci dirigiamo verso la nostra magione, e non potrebbe essere altrimenti  dopo un viaggio in un territorio straordinario come quello della Valdorcia. 

Video, Mappa e GPX dell'itinerario

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2024-10-06_1900306578_Bagno Vignoni, Pie
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