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La ciclabile del Sarca

La ciclabile del Sarca

Secondo giorno di vacanza in quel di Riva Del Garda (siamo in Trentino), dopo la suggestiva e panoramica strada del Ponale affrontata ieri (link a fine pagina) oggi è la volta di una celebre strada ciclabile che dal borgo lacustre, anche se ufficialmente inizierebbe dalla vicina Torbole, conduce fino alle sponde del lago di Toblino. Noi però oggi abbiamo deviato prima costeggiando le acque del lago di Cavedine e risalendo lungo la glaciale frana delle Marocche prima di affrontare la salita al castello di Arco ed il rientro al campeggio; per un totale di 46 km in luogo dei circa 60 del tracciato fino a Toblino (A/R).

La ciclabile del Sarca è una delle ciclabili più belle della zona del Lago di Garda, che corre tra meleti e vigneti, immersa nella natura, per una lunghezza totale i circa 60 chilometri, quasi tutti pianeggianti ed adatti praticamente a chiunque, in sella a qualunque tipo di bici.


VIDEO, MAPPA E GPX  DEL PERCORSO  A FINE PAGINA


Riva del Garda - Dro

La ciclabile del Sarca

La ciclabile del Sarca

Il tratto di ciclabile che collega Riva del Garda a Dro passa al cospetto del Castello di Arco, al quale però dedicheremo la sosta durante il percorso di rientro; adesso procediamo verso il borgo di Dro che costituisce il crocevia del nostro itinerario circolare che in effetti è uno schiacciatissimo 8.

Questo primo tratto di ciclabile, interamente asfaltato, non presenta particolari difficoltà, il percorso è completamente pianeggiante, tranne forse una eccessiva frequentazione che non evidenzia però il livello di inciviltà altrove rintracciabile.

La convivenza tra pedoni e ciclisti sembra funzionare, in un contesto spesso condiviso nel quale, è bene ricordarlo, i pedoni hanno la priorità.

Dro - primo passaggio

Dro - lago di Cavedine

Il lago di Cavedine

La ciclabile del Sarca

Il tracciato originale che stavamo seguendo avrebbe dovuto farci scendere al lago seguendo un ripido sentiero nel bosco, ma abbiamo preferito proseguire sull'asfalto, facendo il giro largo, per dare a Lady Hawke la possibilità di impratichirsi maggiormente alla guida della MTB, dato che non ha all'attivo una stolta giovinezza fatta di ginocchia sfondate come la mia e che non ha voglia di iniziare adesso... a sfondarsele! (ma soprattutto e per fortuna non è stolta come me!!).

Il giro del lago pur su strada aperta al traffico, oggi non presenta particolari problematiche data la scarsa frequentazione della strada stessa da parte degli utenti a motore, non sappiamo però se questa sia la normalità; certo è che le sponde del lago risultano ancora prevalentemente selvagge e quindi non molto attrattive per un certo tipo di turismo

Marocche di Dro

La ciclabile del Sarca  - Marocche di Dro

Risalendo dal lago in direzione di Dro raggiungiamo, superando una facile salita, la frana delle Marocche; inserita nella omonima riserva naturale, è la più grande frana rintracciabile sulle Alpi.

La sua formazione, avvenuta durante la fine dell'ultima era glaciale, è dovuta alla graduale scomparsa della pressione fino ad allora esercitata dalle imponenti masse glaciali.

Il distacco della gigantesca massa di rocce, visibile ancora oggi nella spaccatura osservabile sul fianco del sovrastante monte Brento, ha creato questo particolare contesto paesaggistico incredibilmente suggestivo, al quale è obbligatorio dedicare una sosta, o magari anche una breve escursione sulle pesanti rocce.

Una leggenda, in parte alimentata dal ritrovamento di un manufatto di epoca Romana durante degli scavi sotto la stessa frana, narra della esistenza di una sfarzosa città, la città di Kas, punita dagli Dei a causa della lussuria e l'opulenza nella quale i suoi abitanti vivevano.

Nella realtà non esiste nessuna indicazione, nessuna citazione storica e nessun toponimo che possa far ricondurre all'esistenza di questa fantomatica città... ma le credenze popolari spesso regalano ulteriori emozioni. 

Il mito di Kas, la città scomparsa

Un cespuglio vicino si agitò sotto la spinta di un improvviso alito di vento. Ma era un vento insolito, spettrale. Org avvertì qualche cosa che lo stava avvolgendo, una presenza minuscola, impalpabile, ma inesorabile. Era nuovamente diventato buio, il Bondone era nascosto da una nuvola che, come un artiglio si elevava dalla base del Brento. Durò pochi istanti. Nuvola, polvere, sassi, energia, marocche....

Tutto finì nel giro di pochi minuti. La pianura non c'era più, non c'era più neanche la casupola di Org, al suo posto una montagna di pietre; il Brento immobile con la ferita aperta sul fianco era illuminato dal sole oramai alto. Quell'energia che la spinta dei ghiacci per secoli gli aveva fatto immagazzinare ora era stata restituita alla natura.

Già si stavano formando le prime tracce del lago di Cavedine quando la sera calò alla fine del dell'ultimo giorno della mitica città di KAS

Marocche - Dro

Anche se per poche centinaia di metri, percorrere la strada che scende dal Monte Bondone è pericoloso, a causa del traffico e degli imbecilli; a 2 e 4 ruote, per fortuna il tratto che scende verso valle a quest'ora è meno battuto di quello che sale verso la cima del monte.

Dro - secondo passaggio

Incrociamo il percoso di andata in quel di Dro, dove approfittiamo per una breve sosta e per ricaricare le borracce alla fontana del paese, la temperatura pur non fastidiiosa inzia a farsi sentire.

Dro - Arco

Il facile percorso sterrato all'ombra di boschi e ulivi ci porta fino ad Arco, ultima tappa del nostro viaggio lungo il Sarca.


Arco

Il castello di Arco

Superata la ripidissima salita che conduce pedoni e ciclisti all'ingresso del castello vorremmo procedere con la visita, ma non sentendoci tranquilli nell'abbandonare le nostre e-bike nonostante le assicurazioni dell'addetto alla biglietteria (qui hanno mai rubato nulla), decidiamo di ammirare il maniero dal sottostante giardino. 

Terminata la breve visita non resta che il veloce rientro al campeggio, dove ci aspetta un breve riposo, e una rilassante doccia, non prima però di avere preparato tutto per il ritorno a casa.

Il fine settimana volge impietoso al termine, adesso dobbiamo "solo" affrontare il traffico di rientro, stavolta però con il sorrso in faccia grazie alla rilassante Riva del Garda ed il suo contesto circostante, del quale resta ancora molto da scoprire.


 

Lo spettacolare sentiero del Ponale, suggestiva terrazza che si affaccia sul Lago di Garda percorribile in bici o a piedi, che da Riva del Garda arriva fino alla valle di Ledro e omonimo lago.



Video, mappa e GPX del percorso

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Lago di Cavedine da Riva del Garda.gpx
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