Questa è una solita breve escursione di fine autunno, di quelle che ci portano a scoprire piccole gemme nascoste che normalmente, e a torto, vengono ignorate a vantaggio di altre mete ben più celebri e socialmente più riconoscibili, a beneficio di un facile “mi piace”.
Siamo in una regione, quella Toscana, che apparentemente nasconde ben poco ormai, data la sua estrema popolarità tra i viaggiatori, i turisti, e gli acchiappalike, ma che ancora nasconde piccole e tranquille oasi di (relativa) pace dove è possibile godere di tranquillità e genuinità. Una delle zone dove è ancora possibile gioire di tutto ciò è sicuramente la Valdichiana, territorio che custodisce numerosi piccoli tesori da scoprire e da ammirare, alcuni dei quali abbiamo già esplorato, e riportato sul sito, altri che invece attendono ancora di essere “scoperti” come per esempio la odierna meta.
VIDEO E MAPPA A FINE PAGINA
Oggi ci muoviamo nella Valdichiana, in quella parte della provincia di Arezzo che fronteggia quella di Siena, diretti verso Monte san Savino teatro della nostra odierna escursione, borgo incastonato nelle colline della suddetta valle bonificata dalla malariche acque che un tempo la ammorbavano, troppo spesso sottovalutato a favore di mete più celebri.
Porta Fiorentina
E’ dalla Porta Fiorentina probabilmente progettata dal genio del Vasari, passando sotto le “palle” dei Medici, che inizia il nostro viaggio all’interno delle antiche mura della medievale cittadina della Valdichiana.
Borgo Etrusco a partire dal IV secolo a.C. e successivamente piccolo paese Romano sarà al centro delle contese tra Arezzo, Siena e Firenze durante il medioevo; dichiaratamente Guelfa e avversa ad Arezzo diventa roccaforte di Firenze a seguito della battaglia di Campaldino del 1289 che vide i Guelfi Fiorentini vittoriosi contro i Ghibellini Aretini.
Palazzo di Monte
Ricordiamo per dovere di cronaca e per curiosità che alla cruciale battaglia, che rappresenta un momento importante nella affermazione della egemonia di Firenze in Toscana, parteciparono sia Dante Alighieri che Cecco Angiolieri, situazione che stimola anche un importante riflessione:
Cosa sarebbe successo alla storia a venire se Dante (non ce ne voglia Cecco) avesse trovato la morte in quella battaglia?
E quante altre volte la storia sarebbe potuta cambiare con la morte prematura di chi ha ampiamente contribuito a condizionarla, come per esempio Alessandro Magno, Leonardo da Vinci, Galileo Galilei, o magari Hitler?
E quante volte invece chi avrebbe potuto pesantemente incidere in essa è invece scomparso prima di poterlo fare?
Ma forse, alla fine la storia non si modifica, e ogni grande uomo è solo il prodotto degli eventi che lo hanno preceduto,
probabilmente non è il personaggio che fa la storia ma è la storia che fa il personaggio.
Panorama dalla Torre Civica
Subito riconquistata da Arezzo verrà dalla stessa crudelmente punita per avere dato ospitalità ai Guefi fuoriusciti dalla città della Chimera e per essersi di nuovo alla impegnata per la fiorentina espansione; gli anni successivi vedranno il borgo rimbalzare tra le dominazioni di Perugia, Arezzo e Siena fino alla definitiva sottomissione alla città del Giglio avvenuta nel 1348.
Il tranquillo periodo che ne segui vide l’affermazione della potente famiglia dei Ciocchi, protagonista della storia del borgo grazie anche alla protezione Medicea, nel 1550 Cosimo I de Medici consegna la Contea di Monte san Savino al controllo diretto dei Ciocchi il cui potere ha raggiunto il culmine con l’elezione a pontefice di Giovanni Maria Ciocchi del Monte con il nome di Giulio III; questo fino al 1569, quando la fine della dinastia impose il ritorno del diretto dominio di Firenze.
Uno dei personaggi più celebri legati alla storia di Monte San Savino è sicuramente Andrea di Niccolò di Menco di Muccio noto come il Sansovino (in onore della città che gli ha dato i natali), rinomato architetto e scultore del Rinascimento le cui opere sono sparse per tutta Europa ma principalmente in Portogallo, Spagna e ovviamente in Italia.
Nel Rinascimento, il borgo fiorì sotto il governo di Firenze e mantenne un aspetto nobile, arricchendosi di palazzi signorili, chiese e opere d'arte che ne testimoniano il prestigio; l’annessione al Regno d’Italia del 1861 sancisce la fine del Granducato di Toscana e dei privilegi concessi al “Monte”.
IlCisternone
Una visita che non deve assolutamente mancare a chi arriva qui a Monte san Savino è sicuramente quella al rinascimentale Cisternone.
Costruita sotto il giardino pensile di Palazzo di Monte alla fine del XVI secolo, probabilmente su progetto di Antonio da Sangallo che aveva realizzato anche sovrastante palazzo, questa cisterna è uno dei più grandi depositi di acqua della Toscana.
Al tempo raccoglieva le acque risorgive per la comunità del paese, nelle due nicchie posizionate all’esterno sono ancora visibili le tracce delle antiche cannelle che erogavano l’acqua, oggi viene alimentato dalla acque del Butarone, il sistema di vasche realizzato nel XIX che alimentava la città, e serve ad irrigare il giardino sovrastante.
Da poco restaurata è stata dotata di una passerella di acciaio per consentire la visita ogni giorno, gratuitamente, grazie al cancello automatico, con questi orari:
Orario di apertura (estivo): Dalle ore 10:00 alle ore 24:00 Orario di apertura (invernale):Dalle ore 10:00 alle ore 20:00
Porta Romana e Porta san Giovanni
Sono quattro le porte di accesso alla città di Monte san Savino attraverso la cinta muraria costruita a seguito della distruzione della primigenia, realizzata nel X secolo, ad opera di Guido Tarlati, signore di Arezzo (che abbiamo già “incontrato” ad Anghiari).
Oltre alla Porta Fiorentina, nostra porta di accesso, si possono ammirare la trecentesca Porta Romana (unica testimonianza del primo impianto difensivo) , la Porta San Giovanni che guarda ad Arezzo e la Porta Senese sulla quale campeggia lo stemma degli Orsini che ottennero nel 1604 il marchesato di Monte San Savino in cambio della vendita di Pitigliano al Granduca di Toscana.
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