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Siena - La città del Palio

Siena - Panorama dal Facciatone

Esiste almeno un periodo dell'anno in cui si possono visitare tranquillamente determinate mete turistiche normalmente sovraffollate, e questo periodo sicuramente è quello che va dalla fine delle cosiddette Vacanze di Natale, ovvero dopo la Befana del 6 gennaio, e che arriva fino all'inizio di marzo.

È sicuramente vero che questo periodo non è indubbiamente quello più adatto a visitare determinate mete, ma è anche vero che ne esistono alcune che si possono tranquillamente visitare anche d'inverno, come per esempio le città.

Ed è per questo motivo che oggi ci aggiriamo per le strade di una Siena quasi deserta pronti per visitare (quasi) tutte le meraviglie che una città straordinaria come questa è in grado di offrire.


VIDEO E MAPPA DELL'ESCURSIONE A FINE PAGINA


La Fortezza Medicea

La Fortezza Medicea è la nostra prima meta della giornata, abbiamo parcheggiato nelle sue immediate vicinanze e adesso ci apprestiamo a passeggiare sui bastioni della fortezza che domina la città di Siena; una fortezza che non è mai stata particolarmente apprezzata dalla popolazione Senese e che ha sempre versato in uno stato di trascuratezza/abbandono sicuramente visibile.

Siena - La fortezza Medicea

La domanda che in gioventù mi sono fatto sul perché la Fortezza Medicea di Siena versasse in questo perenne stato, una sorta di limbo dell’ignoranza (nel senso che veniva ignorata),  ha avuto una facile quanto ovvia risposta una volta studiata la relativa storia.

La Fortezza medicea è il simbolo perenne della sconfitta in una guerra durata secoli, e nella quale poi alla fine l’odiata Firenze ha avuto la meglio, e della oppressione da parte della stessa Firenze di Cosimo I de’ Medici sulla popolazione della città del Palio.

Risale al 1548 la costruzione del primo forte denominato “Cittadella” in questo luogo, su mandato del re Carlo V le truppe Spagnole tentano di controllare la Città di Siena ormai in irreversibile declino, ma non ancora doma.

Nel 1552 la popolazione senese riuscì a cacciare gli Spagnoli e a distruggere l’odiata fortezza, simbolo di insostenibile oppressione (si dice che per costruirla gli Spagnoli avessero volutamente utilizzato materiale proveniente dalle torri della città), una vittoria che resterà un evento unico e scarsamente significativo nell’evolversi del conflitto tra Siena, alleata dei Francesi e Firenze, alleata degli Spagnoli.

Il 17 aprile 1555 Siena si arrende definitivamente e le truppe Fiorentine e Spagnole capitanate da Cosimo I entrano nella città del Palio, dichiarando la fine della cosiddetta Guerra di Siena.

Occorrerà attendere il 1559, con la pace di Cateau-Cambrésis tra Francia e Spagna per la definitiva resa della Repubblica di Siena che nel frattempo si era asserragliata nella città di Montalcino.  La Toscana è adesso unita sotto il controllo di Cosimo I de’Medici.

Il primo Granduca di Toscana non sottovaluterà l’indomito spirito della popolazione Senese, e la costruzione della Fortezza con lo stemma dei Medici iniziata nel 1561 e terminata due anni dopo, servirà a ricordare perennemente ai Senesi chi è che comanda.

Lasciata alle nostre spalle la fortezza procediamo verso il centro di Siena, dalla statua di santa Caterina costeggiando lo stadio di calcio, prossima tappa la basilica Cateriniana di san Domenico.

SAnta Caterina da Siena

Siena - statua di santa Caterina da Siena

 

Nata nel 1347 a Siena, consacrata fina dalla tenera età a Dio, Caterina di Giacomo Benincasa, vivrà una vita dolorosa e tormentata che la trasformerà da analfabeta ad Dottore della Chiesa grazie alle “Lettere” e al Dialogo della Divina Provvidenza dettate  e scritto nella cosiddetta “estasi”; sarà lei nel 1376 a convincere papa Gregorio XI a lasciare Avignone e rientrare a Roma.

E' invece nella rocca di Tentennano, all’età di 30 anni, che Caterina riceverà il dono della lettura e della scrittura a seguito di una estasi:

 

«Così, dormendo, cominciai a scrivere».

 

Siena - Basilica Cateriniana di san Domenico

Morta nel 1380 a soli 33 anni verrà canonizzata nel 1461, diverrà patrona d’Italia nel 1939 insieme a san Francesco di Assisi, e nel 1999 patrona d’Europa, dopo che nel 1970 papa Paolo VI l’aveva inserita nel catalogo dei dottori della chiesa.

Basilica di san Domenico

Siena - Basilica Cateriniana di san Domenico

Questa basilica, tra le più importanti della città, che ha visto protagonista la vita mistica di Santa Caterina risale all’anno 1226, sono invece dell’inizio del XIV secolo i lavori di ampliamento della stessa, poco prima dell’arrivo della santa. A seguito della sua canonizzazione del 1461 la basilica ospita i codici Cateriniani e alcune reliquie della santa, come la testa (rimossa per volere di Papa Urbano VI nel 1381) e il dito; e al termine dei lavori durati oltre due secoli la basilica verrà interamente dedicata a santa Caterina da Siena.

Nel 1798 la basilica fu danneggiata da un violento terremoto al quale segui un veloce restauro, successivamente però perse di interesse e alcuni lavori successivi causarono ulteriori danni alla già provata struttura; occorre attendere il 1940 per vedere l’inizio di concreti lavori di recupero e consolidamento che termineranno solo nel 1962 e che la riporteranno all’antico splendore.

Panorama da san domenico

Prima di ripartire verso il centro cittadino consigliamo di soffermarsi un attimo sulla terrazza sotto la basilica che offre una suggestiva vista sulla città antica, sul Duomo e sulla Torre del Mangia; probabilmente una delle più belle viste panoramiche di Siena.

Siena - Panorama da san Domenico sul Duomo
Siena - Panorama da san Domenico sulla Torre del Mangia

Con alla spalle la Basilica che solenne sorveglia il nostro incedere, scendiamo lungo via Camporegio, mantenendo una vista privilegiata sul profilo cittadino e molte delle sue bellezze, il sottopasso del vicolo del Campaccio ci immette in Costa sant’Antonio, al cospetto della casa/santuario di Santa Caterina.

Casa/santuario di santa Caterina da Siena

Risaliamo nuovamente verso la parte alta della città passando poi per la piazza Indipendenza, abbellita da un loggiato ottocentesco sul quale troneggia il medievale Palazzo Ballati con la sua essenziale torre quadrata in pietra; da qui ci immettiamo brevemente nella via di Città che abbraccia  quella straordinaria opera archittettonica che è Piazza del Campo; (per me) la più bella piazza d’Italia (ma non solo).

Piazza del Campo

Siena - Piazza del Campo

Difficile descrivere il simbolo di una città straordinaria come Siena, uno dei contesti architettonici più famoso d’Italia e del mondo, universalmente riconoscibile come quello di Piazza del Campo; siamo infatti certi che niente possa sostituire l'esperienza diretta come in questo caso.

Affacciarsi improvvisamente sulla bellissima piazza adornata dai solenni palazzi medievali e sovrastata dal Palazzo Comunale del XIII secolo e dalla Torre del Mangia, è una esperienza che va assolutamente vissuta in prima persona.

Anche raccontare in maniera esaustiva la storia di quella che inizialmente era una conca adibita a spazio per i mercati di una cittadina appena nata che si ergeva poco più in alto, non è semplice oltre che troppo lungo, ci limiteremo quindi ad alcuna notizie essenziali.

Siena - Piazza del Campo

La storia di fatto inizia con l’acquisizione dello spazio che al tempo comprendeva anche la parte della attuale piazza del mercato, oggi dietro il palazzo comunale, da parte della comunità nel 1169; nel 1193 viene eretta la prima divisione tra le due future piazze, mentre l’anno dopo al ridosso del muro vengono costruite la  Dogana delle gabelle e la Zecca (o "Bolgano").

Siena - Piazza del Campo

Lo spazio della futura Piazza del Campo viene utilizzato ancora una volta come sede del mercato, almeno fino al 1270, quando il nuovo governo cittadino getta le basi per la costruzione del palazzo comunale (1297-1310) e della Torre del Mangia (1325 -1344), bisogna invece attendere il 1333  per vedere la pavimentazione a mattoni della conca, e il 1347 per il selciato della parte esterna.

La costruzione della Fonte Gaia (prima fonte pubblica, per la gioia dei cittadini, da qui il termine Gaia) è del 1346 mentre le decorazioni della stessa da parte di Jacopo della Quercia sono dell’inizio del XV secolo, quelle oggi visibili sono delle copie realizzate nel 1868 per sostituire le originali profondamente degradate da tempo e incuria.

(lo spettatore che si arrampicò sui di una delle statue distruggendola e ammazzandosi nel tentativo durante lo svolgimento di un Palio, fu la goccia che fece traboccare il vaso)

Ricordiamo il momento storico, a seguito della vittoria della battaglia di Monteaperti del 1260 contro i Gulefi Fiorentini, inizia per Siena il periodo più fulgido della sua storia che troverà il suo apice nel XIV secolo, uno splendore che già all’inizio del XV secolo inizierà ad opacizzarsi a causa di molteplici fattori (come la peste del 1348 che mise in ginocchio al città anche dal punto di vista economico) ma soprattutto alla ritrovata competitività militare e politica della città di Firenze e del partito Guelfo.

Fonte Gaia

Da sottolineare come la componente ghibellina scomparve progressivamente anche dalla città di Siena che divenne Guelfa a partire dal 1287 con l’instaurazione del Governo dei 9 (detto anche il Buon Governo), lasciando Arezzo come ultimo baluardo del ghibellinismo, baluardo che venne abbattuto nel 1289 con la battaglia di Campaldino che vide vittoriose le forze alleate di praticamente tutta la Toscana (divenuta Guelfa) contro quelle aretine.

Siena - Fonte Gaia

Lo scontro tra Siena e Firenze che si protrarrà fino al XVI secolo, dunque non sarà più quello tra Guelfi e Ghibellini ma tra le nascenti Signorie, anche se Siena resterà di fatto una Repubblica, unico esempio di stato con un governo democratico a favore del popolo

Palazzo Chigi-Saracini

Siena - Palazzo Chigi Saracini

Dalla bellissima piazza, dopo avere soddisfatto le esigenze dello stomaco con una gustosa schiacciata ripiena, divorata ovviamente godendo del tiepido sole seduti sugli antichi mattoni della piazza, riprendiamo il nostro cammino dirigendoci verso la prossima importante tappa percorrendo nuovamente via di Città.

 

Breve sosta al cospetto del bel palazzo dei XII secolo con il suo loggiato interno, inizialmente di proprietà della famiglia ghibellina dei Marescotti,  ampliato nel XIV secolo e infine rimaneggiato in epoca rinascimentale, per poi riprendere il nostro cammino.

Siena - Palazzo Chigi Saracini

Raggiunta la piazza del Duomo e acquistati i biglietti alla biglietteria di fianco (sinistro) allo stesso iniziamo il nostro percorso di visita con la prima delle tante meraviglie che oggi ammireremo: Il Duomo di Siena, Cattedrale di Santa Maria Assunta.


 

 

Informazioni e biglietti nel sito ufficiale dell'Opera del Duomo di Siena


Il Duomo - Cattedrale di santa Maria Assunta

Il Duomo di Siena - Cattedrale di santa Maria Assunta

Questa meraviglia in stile Romanico-Gotico fu edificata ad iniziare dal 1215 circa, sulle fondamenta di una preesistente chiesa probabilmente del IX secolo a sua volta costruita sulle rovine di un  tempio Romano dedicato a Minerva.

Siamo nel Castelvecchio, il nucleo più antico della città di Siena, sul Colle di Santa Maria, ricordiamo che quando si iniziano i lavori di costruzione del Duomo, Piazza del Campo è un solo un terreno dedicato allo svolgimento dei mercati.

I lavori di costruzione che proseguirono per molto tempo subirono una battuta di arresto a partire dal 1339, quando il governo della città, all’apice del suo splendore, deliberò la costruzione di una cattedrale ben più imponente della quale l’attuale sarebbe stata il transetto.

Ma di questo ve ne parliamo più avanti, con la visita al Facciatone.

Conclusosi negativamente il progetto del Nuovo Duomo i lavori al “vecchio” vennero ripresi e finalmente nel 1370 furono terminati.

 

L’imponente facciata è capolavoro di scultura e architettura, il cui unico difetto è quello di essere costretta in una piazza troppo piccola per essere ammirata in tutto il suo splendore (e per essere fotografata senza distorsioni prospettiche).

Di fronte all’ingresso del duomo troviamo infatti l’ex ospedale di Santa Maria della Scala, il cui nome deriva dalla scalinata di accesso al duomo, un tempo dedicata all’accoglienza dei pellegrini e degli orfani e all’assistenza dei poveri e dei malati, oggi importante complesso museale che ospita tra le altre cose il museo archeologico e le parti originali di Fonte Gaia di Jacopo della Quercia. 

Divisa in due parti, inferiore e superiore; quella inferiore opera di Giovanni Pisano che vi lavorò dal 1284 al 1297,  è decorata con sculture in stile gotico di Profeti, Patriarchi, Filosofi pagani e Profetesse (sostituite da copie a partire dal XIX secolo, gli originali sono custoditi all’interni del  Museo dell’Opera) in un ciclo rappresentativo unico che annuncia la venuta di Cristo.

Lo stile Gotico Fiorito della parte superiore della facciata tricuspidale, nella quale si ammirano i tre mosaici (risalenti però al XIX secolo) è opera di Caimano da Crescentino che vi lavorerà a partire dal 1299  fino al 1317; essa influenzerà la costruzione del Duomo di Orvieto di pochi anni successiva, la quale rappresenta una evoluzione dello stesso dato che tutta la facciata, a differenza di quella senese,  adotta lo stesso stile.

Duomo di Siena - navata centrale

La descrizione delle opere di inestimabile valore contenute al suo interno è quasi impossibile, dal pulpito di Nicola Pisano, alla cappella del Voto di Gian Lorenzo Bernini passando dall’altare Piccolomini di Michelangelo in un crescendo artistico unico ed esaltante.

Una meraviglia che si completa con l’esaltante pavimento del duomo che il Vasari definì come:

 

“il più bello…, grande e magnifico… che mai fusse stato fatto.”

 

la cui realizzazione spazia dal XIV secolo fino al XIX secolo, opera quasi esclusivamente di artisti Senesi ad esclusione dell’umbro Pinturicchio.

 le tarsie (riquadri) inizialmente realizzate mediante scalpellature di lastre di marmo bianche riempite di stucco nero (graffito) vengono poi affiancate da quelle ben più complesse in Commesso Marmoreo, ovvero tramite accostamento di lastre di marmo colorate.

Più volte restaurate durante i secoli, in alcuni casi completamente rifatte mantenendo l’antico aspetto, sono visibili solo parzialmente per proteggerle dall’usura; solo in precisi periodi dell’anno (quelli più turistici...) il pavimento viene completamento scoperto consentendo la visione di insieme di questo capolavoro unico.

Duomo di Siena - Navata centrale e pavimento

Duomo di Siena - Il Pulpito
Duomo di Siena - Il Pulpito

duomo di Siena - Altare Piccolomini di Michelangelo

Libreria Piccolomini

Capolavoro rinascimentale realizzato lungo al navata destra fu costruita per volere del cardinale  Francesco Todeschini Piccolomini, futuro papa Pio III, con l'intento di custodire la ricca collezione libraria dello zio, papa Pio II, che non ospiterà mai.

 

Gli affreschi dedicati alla figura del papa Pio II furono realizzati dal Pintuircchio, che realizzò anche quello voluto dagli eredi di Papa Pio III (primo committente) deceduto nel 1503 poco dopo l’incoronazione. 

Terminata la visita al Duomo, procediamo verso le successive meraviglie comprese nel biglietto acquistato, lasciano alla nostra sinistra la cattedrale e dirigendoci verso quella che probabilmente è una delle parti più significative della storia della città di Siena 

Il Facciatone

Questo è sicuramente il simbolo principale, il più eclatante del momento storico che vede Siena, nel XIV secolo, all’apice del suo potere economico ma che contemporaneamente segna l’inizio del suo lento ma inesorabile declino.

Siamo nel 1339 e il governo della città decide che il duomo preesistente fosse troppo piccolo per le ambizioni di una città in rapida espansione come Siena, che necessitava di qualcosa di più imponente, maestoso.

Fu così che si decise di iniziare i lavori per la costruzione di un nuovo duomo, talmente grande che il vecchio avrebbe rappresentato solo in transetto ( quella parte della chiesa che interseca perpendicolarmente  la navata centrale, per intendersi la parte orizzontale della pianta di una chiesa a forma di croce); i lavori di costruzione proseguirono per circa 18 anni, rallentati da numerosi problemi dovuti alla arditezza del progetto e alla complessità dei lavori.

A sancire la fine del sogno di grandezza di Siena e la della costruzione stessa sarà la peste nera che colpisce la città nel 1348 decimando la popolazione come ci tramanda Agnolo di Tura, cronista sensese del XIV secolo, "grande mortalità, la maggiore e la più oscura, la più horribile" che la città abbia mai visto.

"E non sonavano Campane, e non si piangeva persona, fusse di che danno si volesse, che quasi ogni persona aspettava la morte; e per sì fatto modo andava la cosa, che la gente non credeva, che nissuno ne rimanesse, e molti huomini credevano, e dicevano: questo è fine Mondo".

Il numero dei morti secondo Agnolo di Tura, che perde 5 figli a causa del morbo, si aggira intorno agli 80.000 ma la stima probabilmente è eccessiva dato che la popolazione della città al tempo arrivava a malapena a quel numero, certo è che fu una terribile strage che mise in ginocchio la città, un evento nefasto dal quale Siena non si rialzerà. 

Siena - Duomo e facciatone dall'alto
Duomo e facciatone dall'alto
siena - Ipotesi del duomo del facciatone
Ricostruzione ipotetica delle dimensioni del duomo del facciatone

Per la cronaca l’epidemia colpì tutta l’Europa, ma l’Italia fu il paese che contò il maggior numero di morti, con al sola eccezione di Milano, unica città in grado di arginare il contagio  grazie a drastici provvedimenti.

Ovviamente non stiamo parlando dell’epidemia raccontata dal Manzoni nei Promessi Sposi che invece imperverserà, a partire dal 1630, nel nord Italia.

Siena - Panorama dal Facciatone

Oltre alla sua importante storia, il Facciatone offre, oggi, la straordinaria possibilità di osservare Siena da un punto di vista privilegiato; dall’alto della costruzione in parte visitabile, grazie ai passaggi realizzati per la sua edificazione, è possibile vedere Siena dall’alto., una imperdibile vista a 360° sui tetti della città che non mancherà di regalare intense emozioni. Vertigini permettendo.


Alcuni passaggi sono particolarmente stretti e consentono il passaggio di una sola persona, il “traffico” quindi si svolge in senso unico alternato regolato da tre addetti, la poca affluenza di questi giorni ci ha consentito di salire e scendere senza attese, ma non sappiamo cosa succede in alta stagione.  Anche se non facciamo fatica ad immaginarlo. 

Il Museo del Duomo

L’ingresso al Facciatone avviene percorrendo i locali che ospitano il Museo del Duomo, siamo nella navata destra di quello che sarebbe dovuto essere il Duomo Nuovo della città; fondato nel 1869 ospita una incedibile raccolta di opere d’arte, ad iniziare dagli originali delle statue che ornano la facciata del Duomo. 

All’apice della raccolta che accoglie anche opere di Jacopo della Quercia, Lorenzetti e Bernini, possiamo ammirare la magnifica pala d’altare con la Maestà di Duccio di Buoninsegna, capolavoro assoluto dell’arte pittorica italiana del primo Trecento.

Museo dell'opera del Duomo - Siena

La Cripta

Duomo di Siena - La cripta

E’ grazie ai lavori di restauro intrapresi nel 1999 che si scopre casualmente questo ambiente decorato risalente al XII e al XIII secolo; scene del Nuovo e dell’Antico testamento, realizzate da artisti senesi come Guido da Siena e Dietisalvi di Speme, ricoprono mura e colonne di locali facenti parte della antica cattedrale poi inglobati, ed in parte cancellati, durante la costruzione della nuova.

L'ingresso è situato nella parte posteriore del Duomo, sotto la scalinata che collega lo stesso al battistero, detta anche Scalinata di Santa Caterina, leggenda vuole infatti che la santa fu spinta dal diavolo salendo la scalinata e cadde dove è visibile oggi una piccola croce. Cronologicamente però occorre rilevare che Santa Caterina da Siena, morta nel 1370, difficilmente avrebbe potuto salire la scalinata realizzata nel 1451…

Il nostro odierno errare per le vie della antica Repubblica di Siena termina qui, ma non finiscono qui le infinite meraviglie che la Città del Palio riserva ai sui visitatori, torneremo presto a calcare gli antichi suoli, per visitare altri musei, altre attrattive o magari per ammirare il pavimento del Duomo in tutta la sua bellezza. 

Video e mappa dell'escursione


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