
Il Monte Argentario, promontorio montuoso situato nella Maremma toscana, in provincia di Grosseto, che, se non fosse collegato alla terraferma da due “Tomboli”, quello della Giannella e quello della Feniglia, sarebbe un'isola, è oggi il teatro della nostra escursione in sella alle nostre E-Bike.
Un territorio questo che da tempo richiama la nostra presenza cicloturistica, pur avendolo più volte visitato in sella alla nostra moto, grazie ai panorami, alcuni dei quali su percorsi non affrontabili con mezzi a motore come il Tombolo della Feniglia, e alle ciclabili (anche sterrate) che permettono di effettuare il periplo dell’Argentario e di avventurarsi al suo interno su sconnessi sentieri.
Un discorso a parte meritano poi le acque cristalline del mar Tirreno che bagnano questa stupenda costa che alterna tratti di frastagliata scogliera a piccole spiagge (quasi) incontaminate e che carezzano la lunga lingua sabbiosa del Tombolo della Feniglia.
Ma ne riparleremo a partire almeno da aprile, quando inizierà il periodo migliore per affrontare nella giusta modalità il periplo del promontorio.
VIDEO, MAPPA E GPX DELL'ESCURSIONE A FINE PAGINA

L’idea del percorso odierno è quella di raggiungere Porto Ercole da Orbetello, visitare la cittadina ed i forti Spagnoli che la difendono per poi immergerci nella pineta della Feniglia e ritornare su Orbetello toccando Ansedonia sulla cosiddetta terraferma; ammirando la laguna e l colorati Fenicotteri rosa che in questo periodo la affollano.
Il tutto sperando nella clemenza del meteo che oggi risulta poco prevedibile, e con temperature che nella tarda mattinata risultano ancora poco piacevoli per non dire gelide; situazione alla quale siamo quasi preparati, l'assenza di un sottocasco che protegga testa e faccia oggi si fa sentire, e il sapere che a casa ne abbiamo diversi non ci fa stare meglio.
Speriamo che il sole prima o poi, ci dia una mano.
Ciclabile Orbetello - Porto Ercole
Parcheggiato il nostro Doblò nel parcheggio nei pressi del mulino e scaricate le bici, iniziamo il nostro viaggio in terra Maremmana superando la parte di laguna che ci separa dal Monte argentario grazie alla ciclabile in sede protetta che segue la strada principale.
Porto Ercole

Raggiungiamo Porto Ercole, pittoresca località situata sulla costa meridionale del Monte Argentario, dedicata, come del resto tutto l’Argentario, tendenzialmente ad un turismo cosiddetto di elite, da quando ad iniziare dagli anni ’70 numerosi personaggi dell’economia (come Gianni Agnelli) dello spettacolo e della politica hanno stabilito all’Argentario la propria dimora estiva e dove la sorella dello stesso presidente FIAT, Susanna Agnelli è stata sindaco dal 1974 al 1984.
A caretterizzare il periodo di governo di Susanna Agnelli fu la lotta all'abusivismo edlizio che da sempre affligge la costa, ma non solo, del Monte Argentario, deturpata da ville e costruzioni realizzate dove non si sarebbe dovuto costruire.
Consuetudine che ad oggi è tutt'altro che scomparsa, purtroppo supportata dalle numerose sanatorie che rendono legale ciò che non è
Porto Ercole ha origini antichissime, risalenti agli Etruschi e ai Romani, ma è durante il Medioevo e il Rinascimento che acquisì un'importanza strategica; inizialmente possesso della potente famiglia degli Aldobrandeschi, come tutta la Maremma, ai quali si devono le prime fortificazioni, passerà agli Orsini nel XIII secolo a seguito della decadenza degli Aldobrandeschi.
Porto Ercole - Rocca Aldobrandesca
La Rocca Aldobrandesca
Il XV secolo la vede proprietà della Repubblica di Siena ma con la sconfitta della stessa e dei Francesi nella guerra contro Firenze e la Spagna sua alleata, anche Porto Ercole passa di mano; a cavallo di maggio e giugno del 1555 con la cosiddetta “Presa di Porto Ercole” (raffigurata dal Vasari in un dipinto nella Sala dei Cinquecento in Palazzo vecchio a Firenze) viene spenta l’ultima resistenza alla conquista della città fortificata, in attesa di rinforzi che non arriveranno mai.

«O Siena, o Siena: che t'è valso l'oro
Del Re di Franza? è perso il tuo tesoro!
O Siena, o Siena; che t'è valso il braccio
Di Piero Strozzi?...preso fu nel laccio!
Il Marignano, co' scherani suoi,
Ha vinto il fiore de' senesi eroi.
Tutti li ha visti uccidere o pigliare»
(Piero Strozzi, comandante delle truppe senesi, dopo aver appreso della perdita di Porto Ercole, 1555)
La città divenne quindi parte dello Stato dei Presidi, un territorio controllato dagli Spagnoli per proteggere le rotte marittime nel Mar Tirreno.
Sotto che quello che sarà il buon governo Spagnolo, sotto il quale Porto Ercole conobbe il massimo splendore diventando importante porto europeo, furono costruite nuove imponenti fortezze, come Forte Filippo e Forte Stella, rafforzate le esistenti, come la Rocca Aldobrandesca e lo stesso borgo.
Vista sul Forte Stella e il Tombolo della Feniglia
Dopo il dominio spagnolo, che durò fino al 1814 (il monte Argentario insieme a Piombino e all’Isola d’Elba non saranno mai possesso Mediceo) Porto Ercole passò sotto il controllo del Granducato di toscana dei Lorena e successivamente del Regno d'Italia.
Rocca Aldobrandesca - Forte Stella
Il percorso che dalla Rocca ci porterà fino al Forte Stella segue per un breve tratto la costa sulla strada aperta al traffico, regalandoci viste paesaggistiche davvero spettacolari, per poi deviare verso l’interno e inerpicarsi lungo una ripida strada pedonale asfaltata che arriva fino in prossimità dell’ingresso del forte.

Porto Ercole è legata alla figura del celebre pittore Michelangelo Merisi, noto come Caravaggio, secondo alcune fonti storiche, Caravaggio morì qui nel 1610, mentre cercava di raggiungere Roma dove aveva ricevuto la grazia dalla condanna a morte, dopo essere partito da Napoli.
Il mistero che avvolge la sua morte appare ancora oggi indissolubile, anche se il biografo Giovanni Pietro Bellori così scrisse in merito: “Agitato miseramente da affanno e da cordoglio, scorrendo il lido al più caldo del sole estivo, giunto a Porto Ercole si abbandonò, e sorpreso da febbre maligna morì in pochi giorni”; numerose infatti sono le contraddizioni riportate dai documenti e dalle testimonianze dirette, anche sulla località della morte permangono alcuni dubbi.
Il Forte Stella
Il Forte Stella è visitabile in alcuni periodi dell'anno, oggi era purtroppo chiuso, le foto che seguono risalgono ad una visita dell'estate 2017.
Per informazioni, periodi ed orari, link al sito ufficiale: FORTE STELLA
DAl Forte Stella al Forte Filippo
Veloce discesa su Porto Ercole su strada interna e aperta al traffico prima di risalire verso l'ultima fortezza della giornata, il Forte Filippo ci regala una nuova suggestiva panoramica su Porto Ercole ma niente più, la fortezza non è visitabile e dall'esterno si vede poco e niente.
Il Forte Filippo
Dal Forte Filippo al Tombolo della Feniglia
Il percorso ciclabile che ci porta alla Feniglia segue a ritroso quello fatto al mattino, una sicura ciclabile su strada protetta, mentre sulla provinciale a fianco sfreccia, troppo spesso a velocità incivile, ogni tipo di mezzo a motore.
Il Tombolo della Feniglia è una delle due strisce di sabbia (l'altra è il Tombolo della Giannella) che collegano il Monte Argentario alla terraferma, formando la Laguna di Orbetello e impedendo al promontorio di essere una isola; questo suggestivo lembo di terra si estende per circa 6 chilometri, caratterizzato da una natura incontaminata, spiagge dorate e un mare cristallino è una delle aree naturalistiche più affascinanti della Maremma.
Il Tombolo della Feniglia

Questa formazione naturale di sabbia e detriti, modellata nel corso dei secoli dalle correnti marine e dai venti che separa il Mar Tirreno dalla Laguna di Orbetello è una riserva naturale protetta all’interno della quale è possibile solo camminare o pedalare; agli estremi della riserva ci sono dei parcheggi dai quali è possibile poi accedere all’area protetta.
La sua storia, purtroppo e per fortuna è molto recente; la Feniglia infatti resta intatta e ricoperta di lussureggianti boschi tipici della macchia mediterranea fino al 1804, quando il comune procedette con la vendita a privati dell’area.
Lo sfruttamento indiscriminato che ne seguì portò alla deforestazione totale, la duna di sabbia non più immobilizzata e protetta dagli alberi iniziò a muoversi ed ad interrare la laguna formando acquitrini e piccoli specchi d’acqua.

Insieme alla riduzione dell’importante area di pesca tornò ad affacciarsi lo spettro della malaria, alla quale la costruzione di canali per lo scolo delle acque non pose definitivo rimedio.
Ad una azione sconsiderata necessità impose di farne seguire una intelligente, per questo a partire dal 1910 furono espropriati tutti i possedimenti privati, ed il Demanio, nuovo proprietario della Feniglia procedette al rimboschimento della striscia di sabbia piantando Pini Marittimi e Pini Domestici; nel 1974 fu dichiarata Riserva Forestale Protetta.
Per fortuna, visti i deliri cementificanti che sfregiano il vicino Argentario e la parte della Feniglia non protetta e che sicuramente avrebbero ferito sconderatamente anche questa preziosa oasi naturale.
Da Ansedonia ad Orbetello
Ultima parte del nostro viaggio, quella che ci riporta ad Orbetello e che si svolge nella prima parte su strada stratta a scarsissimo traffico, quindi decisamente sicura, che corre parallela alla ferrovia; il percorso consente una vista panoramica sulla laguna interna e sulla avifauna che la popola, oltre alla visione di numerose vasche dedicate all’acquacoltura, ovvero all’allevamento di specie ittiche.
Rilevante, anche se molto defilata la presenza colorata dei Fenicotteri Rosa, per immortalare decentemente i quali non basta il nostro tele 300mm
Il relativo tepore che ci ha accompagnato nella parte centrale dell’itinerario scompare progressivamente all’aumentare della velatura del cielo e all’avvicinarsi del sole alla linea dell’orizzonte; l’arrivo al parcheggio dove ci attende il nostro minicamper ci salva del gelido abbraccio della sera; enormemente soddisfatti da questo nuovo silenzioso viaggio, riponiamo sul porta bici le nostre compagne di viaggio con un solido sorriso in volto.
Rientrando con le luci della sera che profilano le colline Toscane ormai quasi invisibili, prepariamo le basi per la prossima avventura
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