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Parco di Monte Sole - I Luoghi della Memoria

Esistono luoghi dove la storia ha segnato profondamente i luoghi degli accadimenti, esistono luoghi dove questi eventi si ricordano per il loro effettivo valore tramandato nei secoli, libri ripuliti dalla clemenza del tempo dalle pagine più oscure e crudeli oppure minimizzate dalla profonda frattura temporale che ce ne separa.

Facile nonché logico, per il viaggiatore perdersi nella valutazione epica dei momenti storici accaduti in un lontano passato tralasciando, sottovalutando o addirittura ignorando la crudeltà che ne ha realmente contrassegnato l'esistenza, le battaglie si ricordano per il valore dei cavalieri contendenti non per i massacri che esse hanno preteso, le guerre si ricordano per il loro valore storico non per le sofferenze e le atrocità subite dalle inermi popolazioni.

 

Esistono poi luoghi il cui doloroso ricordo non si stempera a sufficienza nel tempo, eventi la cui  intensa drammaticità ancora oggi è capace di colpire a fondo le coscienze  e di ricordarci che la bestia che alberga in noi non è sconfitta la sua sete di sangue non è sopita, storia recente di uomini contro uomini il cui profondo valore ed insegnamento non va rintracciato nella separazione delle due compagini contrapposte ne nella inutile ricerca della ragione o del torto o nella valutazione di una divisa, ma solo esclusivamente nella comprensione dei fatti stessi e nella loro conservazione nella memoria perché il tempo stavolta non ne eroda la parte più dolorosa sciogliendo ancora una volta l'orrore dalle sottili briglie che lo trattengono,  nella ricerca di un istante infinitesimale durante il quale si riesca quasi a percepire l'infinito dolore che sembra avere abbracciato il mondo in quegli assurdi istanti di incommensurabile follia le cui cicatrici sembrano non essersi mai rimarginate completamente.

Sono luoghi difficili, sono luoghi dove il sussurro del vento sembra un lontano lamento e dove la imprescindibile solitudine si rivela compagna inclemente ispirando sensazioni che si si chiudono a pugno dentro lo stomaco, luoghi dove l'immaginazione assomiglia più ad un incubo che ad un sogno dove il senso di impotenza e di inadeguatezza si insinua veloce nell'anima, non serve fuggire, non è giusto evitare il confronto, occorre conoscere e serbare per sempre il ricordo delle emozioni provate, per conservare la speranza che niente di tutto questo debba più accadere.


 Il sole non si stupisce ormai più della mia presenza al suo sorgere, mentre gli ancora deboli raggi dissolvono la poca frescura accumulata durante la notte dalle pendici montane, scendo veloce dal mio rifugio sullo spartiacque appenninico per raggiungere quella Sasso Marconi che darà inizio al mio viaggio nella memoria recente del nostro paese e nella presa di coscienza di uno dei fatti storici più cruenti e contemporaneamente crudeli che si ricordino.

Da Sasso Marconi raggiungo Marzabotto, nome che richiama alla mente i sinistri eventi per comprendere i quali mi trovo qui oggi, appena fuori la località che supero velocemente si trova il museo Archeologico, porta di ingresso anche per gli scavi della Necropoli Etrusca poco distanti. 

 

 

Ancora una volta la storia Antica nella tranquillità indotta dai tempi remoti fa da preludio a quella più recente e molto meno clemente moralmente parlando.

Il bivio sulla sinistra visibile poche centinaia di metri più avanti conduce ad una stretta strada asfaltata che risale il Monte Sole al cospetto di ombrose fronde addentrandosi nell'omonimo parco debitamente segnalato, inesistente qualsiasi forma di vita Umana sul percorso che mi porterà fino in cima alla dorsale montuosa.

Proprio sul valico effettuo la prima sosta, all'ombra degli alberi un cimitero riporta una lapide a fianco del suo ingresso e poco più a destra una stele ricorda il sacrificio di un parroco e dei sui fedeli sull'altare della follia, la lettura delle parole riportate a testimonianza dei fatti fugano ogni mia più piccola inconscia speranza, il viaggio è iniziato e non saranno le lontane gesta di popoli scomparsi da un periodo infinito ad allietare la mia sete di conoscenza ma il lamento  delle atrocità commesse in un tempo talmente prossimo da conservare ancora oggi testimonianze dirette dei fatti.

La zona del Monte Sole, ultimo baluardo difensivo prima di Bologna assume rilevante importanza strategica all'indomani dello sfondamento della linea Gotica da parte degli Alleati ad iniziare dalla fine di settembre del 1944, per questo motivo i reparti delle SS e della Wehrmacht vengono inviati il 29 settembre 1944 sul Monte Sole con l'incarico di spazzare via ogni forma di resistenza partigiana ed in special modo quella organizzata sotto il nome di Stella Rossa, l'impiego di mezzi e la ferocia con cui i Nazisti combattono e di uomini sarà così devastante da spazzare via ogni più piccola velleità difensiva della Stella Rossa da causarne lo sbando e il successivo scioglimento. Ma la ferocia delle forze Tedesche non è destinata solo alle forze combattenti, dai paesi della zona si danno subito alla macchia tutti gli uomini adulti abili nella convinzione che alle forze di assalto interessassero solo loro e non le donne i vecchi ed i bambini rimasti nei borghi sguarniti, purtroppo le loro speranze saranno dolorosamente disattese


San Martino di Caprara

Il silenzio mi avvolge premuroso, culla i miei pensieri, lenisce il dolore che permea le vecchie mura perimetrali delle case e della Chiesa distrutte dall'odio, lo spazio aperto riduce la suggestione, mura ancora integre delimitanti stanze vuote avrebbero potuto racchiudere sensazioni negative molto più consistenti mantenendo in sé il fantasma irrequieto degli accadimenti che adesso, forse, ha trovato pace.

Proseguo il mio viaggio attraversando la strada principale ed imboccare il percorso di fronte, per dirigermi verso Casaglia e Caprara di Sopra, i luoghi dove maggiormente si concentrarono i disumani eventi, sfila alla mia sinistra la lapide che ricorda i luoghi ed il numero delle vittime della empietà.

 

La stretta via asfaltata si inerpica verso la cima dei monti lasciando scoperti, per ampi tratti, i fianchi che si aprono sui panorami vallivi adulati dal nuovo sole sempre più deciso nella sua eterna impresa, per lunghi istanti mi fermo immobile ad ascoltare il vento correre spensierato sui tranquillizzanti panorami concedendomi una significativa pausa.

Caprara di Sopra

E' davvero difficile comprendere come si possa arrivare ad un livello tale di ferocia, quasi impossibile pensare che un uomo possa commettere simili atrocità verso altri uomini, le mura del borgo di Caprara di Sopra raccontano storie atroci, attraversarle in questa tranquilla giornata di luglio appare quasi una profanazione, una presenza la mia unica in grado di turbare la pace che qui regna, nell'immobilità generale solo alcune farfalle si librano in volo felicemente ignare della nostra storia e della mia esistenza, nel loro breve tempo concesso non vi tempo per la comprensione degli aventi altrui.

La Chiesa di Casaglia

Ferri contorti arrugginiti dalla inclemenza del tempo, mura ancora stoicamente in piedi in una ultima inutile protezione dell'antico altare.

Nulla poté fermare la spietata crudeltà nemmeno le mura sacre della chiesa di Casaglia dentro le quali si riunirono in molti in preda al terrore e da dove pochi uscirono vivi ma solo per essere portati fino al vicino cimitero e li essere massacrati senza pietà alcuna.



Non e' necessario in questi momenti riflettere logicamente su quanto appreso, più opportuno lasciare scorrere le sensazioni e farsi travolgere dalla emozioni, tentare, pericolosamente ma indispensabilmente, per un attimo di "sentire" gli eventi, tentare di ricostruire le mura, le case, il paese, la vita tranquilla degli abitanti di queste montagne per poi cancellare il tutto con il fuoco dell'odio e dell'accanimento, provare per un istante indelebile la paura che ti attanaglia l'anima, la disperazione della vista di parenti uccisi senza pietà alcuna, una domanda che si fa beffe della tua angoscia... PERCHE?

La Domanda che per risale per un, momento inesauribile, veloce dal profondo stringendo con forza le viscere prima di provocare quella lacrima liberatoria frutto della definitiva presa di coscienza, quello sfogo emozionale che libera l'anima dalla ombre che per pochi istanti vi si erano annidate, non ripetere gli stessi errori è possibile, basta non chiudere gli occhi e essere disposti a provare una parte infinitesimale del dolore che non vorremmo mai in nessun modo provare e per il quale la morte risulta pietosa liberazione. 


Mi rendo conto quanto non sia importante conferire una identità precisa a vittime e carnefici, ruoli di una spaventosa ed infinita recita assegnati sempre a persone diverse senza nessuna limitazione, ma mantenere il ricordo degli atroci fatti in quanto commessi dall'Uomo senza esorcizzarne l'esistenza attribuendone la responsabilità ad un ben definito gruppo di persone, nella speranza che mai nessuno più voglia recitare la parte del carnefice.

A Marzabotto non sono stati solo i Nazisti a lasciare libero sfogo alla ferocia umana, tra di loro erano presenti anche i figli della stessa terra che nutriva le povere vittime, fratelli contro fratelli in una faida iniziata con Caino e Abele e che ha sparso sangue innocente durante tutti i millenni della storia umana per non arrestarsi nemmeno ai giorni nostri, quando l'eco di inenarrabili massacri giunge ancora alle nostre orecchie , troppo spesso cinicamente sorde,  da varie parti del nostro martoriato pianeta.

Ridisceso verso Rioveggio affronto pacificato il rientro verso casa, adesso conosco quei fatti dei quali avevo sempre sentito parlare ma che avevo in ogni modo tentato di ignorare relegandoli in uno stato di storia troppo recente per essere degna di essere presa in considerazione, mi rendo conto che probabilmente fino ad adesso non possedevo la maturità tale da comprendere oltre la mera osservazione dei luoghi e la interpretazione dei fatti, quello che lassù e' accaduto, impegnato in un percorso istintivo di formazione emotiva e culturale, che solo al momento giusto mi avrebbe fatto sentire un impulso irresistibile per raggiungere i luoghi della Memoria.

Luoghi la cui esistenza occorre tenere viva nel tempo la cui visita occorre stimolare ma non imporre, perché occorre capire e non subire


 

 

LA LINEA GOTICA



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