Mentre il sole invernale lotta contro le nebbie che avvolgono la costa e le valli iniziamo il nostro ultimo giorno di viaggio nelle terre del Piceno; abbandonata la bella cittadina marinara di Grottammare, con il suo borgo antico, ci dirigiamo verso l'interno.
Incroceremo l'ultima parte dell'itinerario di ieri, raggiungendo il borgo di Ripatransone, dal quale siamo passati nel tardo pomeriggio ma la cui visita abbiamo preferito rimandare ad oggi, con le luci del sole.
La visita in notturna infatti era già stata pianificata al borgo di Grottammare.
Risaliamo le pendici collinari che si liberano della umida veste bianca per crogiolarsi al tiepido sole invernale; la giornata esplorativa sarà relativamente breve, abbiamo circa 5 ore di viaggio che ci separano da casa e non vorremmo arrivare a notte fonda.
Ripatransone (AP)
La cittadina sonnacchiosa si stira al nuovo giorno sotto un cielo profondamente azzurro, umidità residua della notte bagna gli stretti vicoli in attesa che il sole li asciughi.
Il borgo, bellissima terrazza sulle colline e sulle montagne dell'Appennino tanto da guadagnarsi l'appellativo di "Belvedere del Piceno" e situato in una zona abitata fin dall'epoca preistorica, dà prima notizia di sé alla fine del IX secolo.
Sarà la famiglia dei Transone a riunire, avuto il feudo dal vescovo di Fermo, tutti i castelli nel Borgo attuale nel 1096.
Il nome odierno derivato da la Ripa (rupe sulla quale sorge la cittadina) e il nome della famiglia di Transone verrà adottato a partire dal 1198.
Edificata sulla collina più alta della zona, conserva buona parte della cinta muraria e delle Torri, è stat più volte protagonista della cruenta storia antica e medievale, diventando parte attiva anche nella contesa fra Guelfi e Ghibellini
Fu roccaforte quasi imprendibile nella lotta contro le città rivali, meritandosi l'appellativo di Propugnaculum Piceni.
L'intenso periodo storico contraddistinto da guerre e passaggio di mano si placherà soltanto con l'arrivo del Rinascimento ed il riconoscimento di costituzione in Città e Diocesi per concessione di Papa Pio V.
Alterniamo i vicoli della cittadina, alla ricerca di testimonianze storiche ed artistiche, alla ammirazione del suggestivo panorama circostante, reso ancora più esaltante dalle residue nebbie che carezzano i colli, e silenziosamente sorvegliato dalle antiche mura e solenni torri di guardia.
Il vicolo più stretto d'Italia
Le colline marchigiane
Il percorso previsto si snoda lungo la dorsale collinare Picena, puntando prima verso ovest per poi piegare decisamente verso nord, concepito per accorciare il più possibile il tratto finale di rientro autostradale e per apprezzare le ultime meraviglie di questo infinito territorio.
Torrione di Porchia e Montalto delle Marche
Castello di Rocca Montevarmine
Mulino Fortificato di Sisto V
Servigliano
È sicuramente una splendida luna piena, che domina il cielo, la principale protagonista di questo finale di giornata; in una serata che vede le temperature prima piacevoli, riportarsi in valori più adatti al periodo invernale, esploriamo quella che sarà l'ultima tappa della giornata, e del nostro lungo viaggio nel Piceno.
Il settecentesco borgo di quadrata pianta, uno dei "Borghi più belli d'Italia" ci accoglie con la curiosità dei suoi abitanti che, simpaticamente, in marcato accento locale, ci chiedono se siamo della televisione, viste le due reflex continuamente all'opera.
Originariamente edificato su di un vicino colle intorno all'anno 1000 con il nome di Castel san Marco, vedrà i suoi abitanti trasferirsi nel nuovo abitato costruito in valle, a causa della pericolosa erosione del terreno.
Il nome adottato deriva dalla presenza in zona di una villa Romana di proprietà della famiglia patrizia gens Servilia
Tristemente famosa anche per il campo di prigionia che venne realizzato nel 1915 per i prigionieri di guerra austriaci, successivamente utilizzato
dal governo fascista come campo di prigionia militare, e dal 1943 come campo di concentramento in attesa della deportazione nei campi di sterminio; alla fine della Seconda Guerra Mondiale il campo di prigionia fu riconvertito in un campo profughi per gli italiani provenienti dall'Istria, dalla Libia e dall'Etiopia. Chiuso nel 1955 verrà smantellato nel 1970 lasciando pochissime tracce della sua triste storia.
Da adesso sarà solo la lunga autostrada a richiedere la nostra attenzione; rientriamo felici del viaggio appena terminato e soddisfatti dell'esplorazione di un territorio fino ad oggi poco conosciuto e che ha suscitato in noi positive emozioni, grazie ai suoi borghi, ai suoi panorami e ad una accogliente popolazione. Sicuramente torneremo in questi luoghi, magari in periodi più caldi e con più luce del giorno a disposizione.
Video, mappa e GPX dell'itinerario effettivo totale
La mappa, oltre al percorso da noi effettuato, riporta anche la maggior parte dei più importanti borghi e castelli dell'entroterra marchigiano; questo per agevolare la creazione di un itinerario complesso e articolato in più giorni dei tre che avevamo a disposizione.
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