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Le Dolomiti "nascoste" - Il Friuli

Ti svegli al mattino con le stesse emozioni con le quali ti sei addormentato, e con la frenesia di un bambino non vedi l'ora di essere di nuovo la fuori; sotto il cielo azzurro.

Un brivido sale dal profondo quando inspiri a pieni polmoni l'aria frizzante del mattino; ascolti il festoso cinguettare degli uccelli, che chiamano proprio te.

E' tempo di aprire le ali e di spiccare il volo.

Verso il cielo

 

Nuovo giorno in terra Veneta; complice l'ora legale stamani si fatica ad alzarsi dal letto, almeno fino a quando dalle finestre non inizia a trapelare il timido sole del mattino che progressivamente scalderà un'aria che, al momento, risulta gelida.

Le temperature vicino agli 0° ci faranno compagnia durante tutto il tragitto che taglia le Dolomiti Bellunesi, solo quando inizieremo a risalire il Piave verso la prima tappa della giornata torneranno ad essere accettabili puntando a valori decisamente estivi.



Longarone e la diga del Vajont

Longarone: 9 Ottobre 1963; ore 22.39

Il monte Toc frana rovinosamente nel sottostante invaso creato dalla diga del Vajont con l'energia di due bombe atomiche, le due onde che si creano spazzano via i paesi a monte del torrente omonimo e investono la vallata sottostante, "saltando" senza quasi danneggiare il muro in cemento che forma la diga.  Sarà una strage immane.

I dati ufficiali parlano di circa 1910 morti ma il numero preciso non si è mai saputo; molti dei corpi non sono mai stai ritrovati, come quelli degli operai che si trovavano nei dormitori nei pressi della diga, e i tecnici che stavano monitorando la frana, "vaporizzati" dall'onda d'urto immane. 

Una strage annunciata, ad iniziare dal nome stesso del monte che significa "marcio", per proseguire poi con i molteplici segnali che si sono manifestati prima del disastro, completamente sottovalutati se non ignorati. 

Una ferita quella del Vajont che non si è mai rimarginata; complice la assoluzione quasi completa di tutti i responsabili del disastro e la cattiva gestione del periodo successivo alla strage, ancora oggi una Longarone ricostruita vive sospesa tra il presente e i fantasmi del passato.

Il dramma di Longarone, prima strage "politica" italiana, sarà un nefasto araldo dei danni ingenti che la combinazione tra politica, superficialità, stupidità e brama di denaro e potere possono causare; la prima, ma non l'ultima...

Passo sant'Osvaldo 827 MT

Il passo di sant'Osvaldo lascia alle nostre spalle la diga del Vajont, ma non il dolore provocato da un disastro che ha colpito persone innocenti e i cui colpevoli non sono mai stati puniti, unito alla consapevolezza che basta davvero poco per passare da cittadini a vittime quando chi dovrebbe tutelarti in realtà pensa solo ai suoi profitti. 


Lago di Barcis

Il lago di Barcis che raggiungiamo qualche chilometro dopo, è una piacevole sorpresa; sapevamo ovviamente che era una meta degna di sosta ma quello che possiamo vedere è meraviglioso; anche se la siccità patita durante il passato inverno si riflette nello scarso livello delle acque.

Forcella di Pala Barzana   840 mt

Passo Rest   1052 mt

Lago di Sauris

Superati due nuovi passi nella più assoluta solitudine, praticamente nessuna presenza umana anima queste lande (anche queste sono soddisfazioni), raggiungiamo il lago di Sauris e l'omonimo paese; come temevamo il passo Pura è chiuso, ancora troppo presto per sperare in una sua apertura, oltretutto in una zona che ha subito una drammatica ondata di maltempo a fine ottobre del 2018, che ha causato la caduta di moltissimi alberi la cui rimozione è tutt'altro che semplice.



Sauris

Con poca fiducia risaliamo verso l'abitato di Sauris di Sopra, l'idea sarebbe quella di ridiscendere nella valle del Piave superando la Sella di Razzo, ma l'illusione viene presto spenta dal cartello stradale che vieta l'accesso al passo e dalla faccia sconsolata di chi ha provato comunque a salire per poi tornare mestamente indietro.

Non resta quindi che godersi il panorama ed il caldo sole che ancora illumina le vette, prima di intraprendere il viaggio di ritorno verso casa.

Mancherebbe anche altro, scopriremo dopo, ma le nostre informazioni in merito sono praticamente nulle, cosa che di solito non accade.

La valle di Sauris, oltre ad essere un'isola linguistica Germanofona, è rinomata per la sua eccellente produzione di salumi dai quali spiccano Speck e Prosciutto IGP; ma noi non lo sappiamo e, complice la fretta dovuta all'imminente rientro e alla quasi assenza di indicazioni che qualifichino in maniera inequivocabile la zona di produzione, ci dirigiamo verso Belluno senza avene ne assaggiato ne acquistato prodotti locali!


Passo della Mauria 1298 mt

Senza ne speck, ne prosciutto, affrontiamo l'ultimo passo della giornata che ci indirizza verso Belluno e la veloce arteria autostradale che ci riporterà a casa; quella di questo fine settimana è stata una bellissima vacanza in terre meravigliose, sicuro prologo di viaggi successivi per scoprire meglio questo territorio e superare i passi ora inagibili.

Ma anche e sopratutto per assaggiare i prodotti della valle di Sauris.

Scopri la prima parte del viaggio:

 

Dolomiti "Nascoste" - Il Veneto

Mappa del percorso totale nei due giorni

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