Dopo la visita al bellissimo borgo di Saluzzo proseguiamo per la visita principale della giornata, opportunamente prenotata sul sito del FAI del quale siamo anche soci.
Associazione, quella al Fondo Ambiente Italiano, fondazione senza scopo di lucro nata nel 1975 con il fine di tutelare e valorizzare il patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano, che ci permette di godere di particolari sconti ed iniziative riservate ai soci oltre a contribuire al mantenimento dei beni custoditi.
Il Castello della manta, tra i beni in possesso del FAI, è uno dei più rinomati oltre ad essere tra i più belli e suggestivi; donato al fondo nel 1985 dalla contessa Elisabetta De Rege Provana è stato immediatamente restaurato e riportato al suo antico splendore, per la gioia dei numerosi visitatori che ogni anno ammirano i suoi interni affrescati.
Le prime notizie di questo splendido maniero medievale che guarda al Monviso, situato a Saluzzo in provincia di Cuneo, risalgono al XIII secolo; della sua iniziale struttura resta ben poco: sono numerosi infatti gli interventi di trasformazione che si sono succeduti nell’arco dei secoli e che lo hanno convertito in signorile dimora.
L'antico avamposto militare verrà progressivamente trasformato sotto il dominio dei Marchesi di Saluzzo ad iniziare dal XIV sec inizialmente per mano di Tommaso III autore del "Romanzo Cavalleresco" e successivamente dal figlio bastardo.
Valerano da Saluzzo, capostipite del ramo dei Saluzzo della Manta, figlio illegittimo di Tommaso III, divenne reggente del Marchesato di Saluzzo a causa della giovane età del fratello, erede legittimo, fino al compimento della maggiore età dello stesso.
Si ritirerà quindi nel Castello della Manta con relativo feudo, ereditato per volontà del padre, curandone il restauro ed i successivi abbellimenti, come i preziosi affreschi delle sale, ad iniziare da quella padronale.
Saranno i cugini che erediteranno il castello ad effettuare la definitiva trasformazione in residenza signorile del militare maniero, una parte di questi ampliamenti sarà purtroppo abbattuta nel XIX secolo quando, nel 1860, il castello, in stato di abbandono, fu acquistato e ristrutturato dai conti Radicati Marmorito. L'ultima erede del casato, donerà, come già detto il castello al FAI nel 1985
Il Vestibolo - Madonna del Latte
Il Quattrocentesco affresco di autore ignoto ci introduce alle sale del piano nobile, una volta abbandonate quelle inferiori dedicate alle attività un tempo considerate di basso rango, come la cucina (trovate riferimenti nel video a fine pagina) grazie alla rinascimentale scala.
La prima sala, quella del vestibolo è caratterizzata dal motto "leit", che in tedesco significa guida e condottiero, onnipresente, sul camino, sulle pareti e sul magnifico soffitto.
La Sala Baronale
Arriviamo quindi all’ingresso della prima sala affrescata, la Sala Baronale che ci accoglie e ci riempie di stupore, con i suoi meravigliosi cicli di affreschi che adornano le mura dell ampia sala.
La vivida pittura in stile Gotico utilizzata per gli affreschi da un ignoto maestro dell’epoca, esalta i due temi che si possono ammirare sulle pareti contrapposte
Su una è rappresentato il ciclo dedicato al mito della Fontana della Giovinezza, derivato dalla tradizione letteraria francese, animato da personaggi che trovano corrispondenza con un romanzo del 1359 ad opera di Tommaso III marchese di Saluzzo.
Ciclo della Fontana della Giovinezza
Il Libro del Cavaliere Errante (Le livre du Chevalier errant), capolavoro poco conosciuto della letteratura medievale, è infatti un viaggio immaginario di Dantesca tradizione negli usi e costumi e leggende dell’epoca.
Ciclo dei Prodi e delle Eroine
Chiaramente autocelebrativa invece la rappresentazione che si può ammirare sulla parete opposta, ovvero il Ciclo dei Prodi e delle Eroine, spettacolare affresco che utilizza personaggi della tradizione classica, simboli di doti militari e morali, per regalarci una precisa immagine dell’abbigliamento dell’epoca, tanto da poter esser definita come la prima riproduzione di una “sfilata di moda”
I personaggi, che rappresentano i primi marchesi di Saluzzo e le rispettive consorti, sono: Ettore, Alessandro Magno, Giulio Cesare, Giosuè, David, Giuda Maccabeo, re Artù, Carlo Magno e Goffredo di Buglione, accompagnati da Delfila, Sinope, Ippolita, Semiramide, Etiope, Lampeto, Tamaris, Teuca e Pentesilea.
Gli appartamenti
Sala delle Grottesche
La Sala delle Grottesche è frutto delle trasformazioni di cui fu oggetto il Castello della Manta intorno alla metà del XVI secolo, in particolare, questo ambiente è parte dell'appartamento di rappresentanza voluto, nel 1560 circa, da Michele Antonio della Manta.
Il soffitto della stanza è decorato finemente con dipinti e stucchi Gli affreschi qui conservati raffigurano grottesche, antiche rovine e architetture rinascimentali, tutti frutto della cultura tipica dell’Italia centrale dell’epoca.
Particolare attenzione merita la raffigurazione del globo terrestre con le terre emerse particolarmente (troppo) dettagliate per l'epoca, specialmente per quanto riguarda le Americhe e l'Antartide, tanto che si pensa ad un successivo restauro un po' troppo invasivo.
LA CHIESA DI S. MARIA AL CASTELLO (CHIESA CASTELLANA)
(RIFERIMENTI NEL VIDEO)
La Chiesa di S. Maria al Castello, voluta da Valerano Saluzzo contiene due ambienti di particolare pregio, in assoluta sintonia con i due momenti più significativi della decorazione pittorica all'interno del castello.
Nell'abside possiamo contemplare un ciclo di affreschi che rappresenta episodi della vita di Cristo, realizzato quasi contemporaneamente al ciclo del salone baronale.
La cappella funeraria di Michelantonio, a pianta quadrata centrale e sormontata da un'elegante cupola ottagonale, che ha invece la medesima ricca decorazione a stucco e pitture di gusto manieristico delle volte del Palazzo e probabilmente è dovuta alle stesse maestranze.
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