Prosegue, dopo la suggestiva escursione alla Corte dei Laghetti in val Sambuco, l’esplorazione della “madre” Vallemaggia e delle vallate che da lei diramano.
La Val Bavona , che insieme alla val Lavizzara decreta la fine della Vallemaggia aprendosi a Y, è una delle vallate più selvagge della zona, ed è stata una delle più ostili all’insediamento umano.
Tanto che ancora oggi non è raggiunta dalla corrente elettrica ed è abitata solo d’estate.
Una asprezza che si percepisce visitando...
Abbandonato il fresco refrigerio delle acque del Maggia iniziamo la risalita della Vallemaggia, esplorazione motociclisticamente atipica dato che, normalmente, si tende a privilegiare le valli che hanno uno sbocco tramite un passo o un valico.
In questa nostra vacanza invece effettueremo una esplorazione a tappeto della valli e delle montagne circostanti al nostro campo base.
L’itinerario che andiamo ad affrontare è composto da tre vallate comunicanti, ma non abbiamo idea di cosa ci attenda...
Una sosta imperdibile, al termine della stretta, lenta, tortuosa, ma infinitamente divertente Centovalli; che unisce l’ italiana Val Vigezzo in Ossola (VB) alla svizzera Locarno.
Quando il torrente Melezzo incontra il fiume Maggia e vi si getta in una rumorosa cascata, e la strada si divide tra la direzione di Locarno e la suggestiva Vallemaggia.
Qui, in caso di torrida giornata, arriva il momento di fare una rinfrescante sosta, deviando verso la Vallemaggia e parcheggiando ...
Un altra maratona Alpina pronta ad essere affrontata, dieci passi in terra Svizzera per ammirare il meglio dei panorami alpini e delle vette più alte.
Dal Sempione allo Spluga, più di 700 km di emozioni
Nuova versione del "giochino" di raccordare i puntini sulla mappa; stavolta in versione Svizzera, dove abbiamo individuato i passi che ancora mancano nel nostro carniere. Più di 40 passi che raccordati valgono circa 2200 km, quasi tutti su strade tortuose e di montagna per superare i quali dovremo valutare i giorni di viaggio necessari; ipotizzando una media di 300 km/giorno occorrerebbe circa una settimana, dal computo totale però dobbiamo considerare che la parte iniziale e finale del...
L’uscita era in preparazione da tempo, dopo il trasferimento al nord avevo già individuato quello che poteva essere l’alternativa alle uscite invernali divenute ormai consuetudine durante la mia precedente vita nel centro Italia.
Una consuetudine che mi aveva portato anche alla ideazione di un raduno invernale denominato “I Falchi dei Sibillini” grazie al quale si era anche ottenuta una sempre più crescente divulgazione delle bellezze invernali che questo territorio è in grado di regalare.
La partenza un po' più rilassata, dopo le fatiche della giornata precedente, ci vede comunque in sella circa alle ore 08.30 dopo la solita abbuffata per colazione. La principale meta odierna, ben conosciuta dai presenti, è a buon ragione un mito assoluto nell'immaginario mototuristico (e non solo), ma prima di affrontarla attraverseremo un nuovo valico.
L'orario di partenza rispecchia più o meno quello della giornata precedente, sono circa le ore 08.00 quando abbandoniamo il nostro albergo dopo avere consumato una lauta colazione, alle nostre spalle lo Julierpass di fronte l'Albulapass e lo stravolgimento dell'itinerario previsto per la giornata. Nel programma originale infatti avremmo dovuto raggiungere il valico dello Julier per poi tornare indietro verso St Moritz e risalire l'Albulapass da sud, in un progressione che ci avrebbe poi portato,
Ore 06.30, alba nella valle compresa tra il Furkapass e il Grimselpass, in attesa delle colazione percorro le strade silenziose, praticamente assente il traffico in una situazione che poco si differenzia da quella osservata la sera precedente.
Gli hotels in parte chiusi dimostrano un apprezzamento turistico della zona molto scarso in questo periodo, come del resto abbiamo avuto modo di osservare (egoisticamente, con enorme piacere) sul percorso che ci ha condotti fino a qui.
La preparazione di questo viaggio in effetti non è stata particolarmente complessa, anzi, la stesura del suo itinerario è stata quasi divertente oltre che avvincente: come in un gioco di un noto settimanale enigmistico è bastato evidenziare sulla cartina che comprende l'arco alpino centro-orientale con un pallino rosso tutti i passi (solo quelli che non avevo mai superato) per poi impegnarsi ad unirli percorrendo sempre strade nuove senza quindi tornare mai indietro o percorrere due volte lo...