Abbandonata la bellissima Marostica sempre accompagnati da un cielo dispettoso percorriamo i pochi chilometri che ci separano dalla successiva meta, borgo che non fa parte delle Città Murate del Veneto ma che non è possibile ignorare, data la sua storica fama e il suo incontestabile fascino.
Quello che ci accoglie, inconfondibile araldo della città di Bassano del Grappa, è uno dei ponti più caratteristici e famosi del nostro paese; costruito su progetto del celebre Andrea Palladio il Ponte Vecchio, o Ponte degli Alpini è dedicato alla memoria delle centinaia di migliaia di soldati che lo attraversarono durante la Prima Guerra Mondiale per recarsi a combattere sul sanguinoso fronte Italo/Austriaco.
Molti dei quali non tornarono dalla atroce carneficina che contraddistinse l’inutile conflitto globale, insieme alla umana stupidità.
MAPPE E GPX DEGLI ITINERARI A FINE PAGINA
Prima del Palladiano intervento si hanno notizie di un ponte a partire dal 1209; più volte distrutto da guerre, incuria e inondazioni verrà sempre ricostruito alternando opere in pietra a quelle in legno.
La piena del 1567 che spazzò via il ponte fu quella che motivò il coinvolgimento del Palladio nel progetto di ricostruzione, bocciato il primo progetto in quanto troppo diverso dall’aspetto precedente del ponte, fu proposta (e approvata) nel 1569 dal celebre architetto una costruzione innovativa ma con evidenti richiami al passato.
Il nuovo ponte in legno dimostrò la sua costruttiva bontà resistendo agli avversi eventi per quasi di due secoli, prima di arrendersi alla piena del 1748; subito ricostruito con pochissime modifiche rispetto all’originala Palladiano che riguardano soprattutto rinforzi strutturali, verrà distrutto nel 1813 durante la guerra scatenata dall’Impero Austriaco contro l’impero Napoleonico indebolito dalla disastrosa campagna di Russia e nella fattispecie contro il Regno napoleonico d’Italia sotto il comando del viceré Eugenio di Beauharnais.
N.B: Le foto sono state scattate nel 2017, quindi in una fase di stallo dei lavori, prima del definitivo intervento terminato con l’inaugurazione del 3 ottobre 2021
Il ponte ricostruito nel 1821 nelle stesse precedenti forme varrà ancora una volta distrutto dai partigiani nel 1945 su volontà degli Alleati nell’intento di limitare i movimenti nazisti nella zona; verrà riedificato per l’ennesima volta nel 1948 rispettando il progetto del Palladio.
Nuovamente danneggiato dalla disastrosa piena del 1966 fu subito restaurato; nuovi interventi di manutenzione e di rinforzo si avranno nel 1990 e nel 2003, fino a quello iniziato nel 2015 e proseguito a fasi alterne concretizzandosi nel periodo 2019/2021 contraddistinto da importanti e strutturali interventi. Nel 2019 è stato dichiarato monumento nazionale.
Storicamente si fa risalire la fondazione della città, considerata la "capitale mondiale degli Alpini" (titolo ricevuto dalla Associazione Nazionale Alpini), all’epoca Romana; fu infatti nel II secolo a.C. che a seguito della bonifica della zona nacque il primo agglomerato urbano conosciuto con il nome di Fundus Baxiani.
Si dovrà attendere comunque il medioevo per avere una effettiva crescita della città certificata da fonti storiche prima assenti o poco chiare, periodo durante il quale Bassano si consolida come centro di potere della famiglia degli Ezzelino (protagonisti nel bene e nel male della storia di tutte la città Murate Venete), soprattutto durante il regno di Ezzelino III “il Terribile”, del quale abbiamo già parlato nelle citazioni storiche delle altre Città Murate. Sara lui infatti ad estendere il controllo Ezzelino su Vicenza, Padova, Verona, Treviso, Brescia e Trento grazie anche al supporto dell'Imperatore Federico II, Imperatore del Sacro Romano Impero.
La scomparsa di Ezzelino III nel 1259 a seguito della sconfitta di Cassano e la incarcerazione nel castello di Soncino, decreta il passaggio della città al controllo di Padova mantenendo però i diritti della precedente epoca; Vicenza, Padova e Verona prima e i Visconti poi si contenderanno il controllo della città prima della definitiva conquista Veneziana del 1404.
Come per tutto il territorio sotto il controllo della Serenissima, i secoli successivi furono contraddistinti da una stabilità e da una crescita economica ed artistica; pace che terminerà nel 1796 con la campagna Napoleonica che spingerà Bassano nella sfera di controllo Austriaca a partire dal 1797.
La Pace di Vienna, a seguito della Terza Guerra di Indipendenza, permetterà a Bassano di entrare a far parte del Regno di Italia grazie alla cessione del Veneto da parte dell’Austria.
La prima guerra mondiale vedrà la città drammaticamente impegnata a causa della vicinanza del fronte e dei continui capovolgimenti dello stesso; la Disfatta di Caporetto del 1917 fu probabilmente il momento più drammatico per la città, quando gli Austriaci arrivarono a pochi chilometri da Bassano spingendo verso la stessa migliaia di persone e costringendo contemporaneamente a riversare nella città migliaia di soldati per fronteggiare il nemico. Soldati in larga parte Alpini che attraverseranno il ponte che oggi porta il loro nome.
Nel 1928 il governo fascista cambia il nome di Bassano Veneto in Bassano del Grappa, in omaggio ai 23.000 caduti sepolti nell’Ossario del Grappa
Anche la Seconda Guerra Mondiale vide Bassano del Grappa drammaticamente protagonista, invasa dalle truppe naziste alle quali si contrapposero numerose unità partigiane, fu teatro del Rastrellamento del Grappa con 500 morti, e il conseguente eccidio di Bassano del 26 settembre 1944, quando 31 civili furono impiccati nel viali cittadini.
La liberazione di Bassano avvenne il 28 aprile 1945, in seguito la città fu decorata con la medaglia d’Oro al Valor Militare come riconoscimento per le numerose vittime tributate al conflitto.
Il Viaggio prosegue alla volta di una delle Città Murate più belle e suggestive del Veneto.
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