Uno dei motivi razionali a “causa” dei quali andiamo in moto (poi ne esistono altri assolutamente non legati alla razionalità) è quello legato al margine di libertà che il mezzo ci concede, esso infatti è, tra i vari mezzi di trasporto/spostamento, quello che maggiormente consente di muoversi in relativa libertà.
Mal sopportiamo infatti l’idea, o peggio ancora l’evidenza, di non poter andare oltre quando ci troviamo a dover affrontare determinate situazioni o a non essere in grado di raggiungere una meta.
Ovviamente il grado di libertà per quanto ampio, resta comunque limitato e in dei momenti non si può fare altro che fermarsi e tornare indietro…
o magari no.
Perché se è vero che arriva il momento di fermarsi nell’impossibilità di proseguire in sella, è anche vero che molto probabilmente è possibile proseguire, basta soltanto cambiare il mezzo di locomozione.
E usare … le scarpe da trekking!
Ed è così che nasce il Mototrekking, ovvero quella combinazione di mezzi e di passioni che consente di arrivare lassù dove non potremmo arrivare utilizzando uno solo dei due mezzi lasciando loro la possibilità di esprimersi nel terreno più congeniale.
Ed è così che si apre un (nuovo) mondo; un mondo dove il valico carrozzabile non è più l’unica meta possibile, e dove ogni valle che si apre ad una solenne corona di montagne che apparentemente impedisce il transito diventa una nuova potenziale attrazione.
Non resta quindi che godere della strada e delle curve che risalgono verso le cime aguzze, gioire della possibilità di districarsi in strade strette dove le auto si incastrano e della facilità di parcheggio, per poi togliersi l’abbigliamento motociclistico e indossare quello da trekking (gli scarponi da trekking vengono utilizzato anche durante la guida); il tutto grazie alle capienti tre borse che adornano la nostra due ruote.
Come, per esempio, in questa bellissima escursione immersi negli straordinari paesaggi dell’Alpe Devero in Valdossola, uno dei paradisi del trekking.
Devero: Campo Base
Grazie ad Athena, raggiungiamo l'ultimo parcheggio situato alle porte del villaggio di Devero, la nostra è l'unica moto presente mentre le auto hanno ormai riempito ogni posto disponibile ed il traffico viene fermato poco più a valle.
Quello del 2020 è certamente un anno ad elevata densità turistica per la montagna, soprattutto durante il periodo delle vacanze estive, e l'Alpe Devero non fa eccezione.
Devero - Crampiolo
Abbandoniamo un affollata Alpe Devero per dirigerci verso Crampiolo, il sentiero che si inoltra nel bosco non presenta particolari difficoltà e raggiungere il suggestivo villaggio alpino è alla portata praticamente di tutti.
Crampiolo
Com'era facilmente prevedibile, anche Crampiolo, che raggiungiamo dopo una mezz'ora di facile camminata, risulta molto affollata, questo però non ne riduce l'apprezzamento; il piccolo villaggio cullato dalle montagne è sicuramente un luogo molto ammaliante.
Grazie alla nutrita presenza di fontane ripristiniamo la scorta nelle nostre borracce oltre a soddisfare la nostra sete direttamente dalla fresca sorgente, per poi riprendere il cammino verso la prima tappa della giornata; il Lago di Devero la cui diga di contenimento campeggia in alto di fronte a noi.
Crampiolo - Devero
Il Lago di Devero
Raggiungere le acque color smeraldo del lago non è un'impresa difficile, il sentiero è lastricato e anche se ripido permette di raggiungere la diga abbastanza facilmente; la sua lontananza dall’alpe di Devero e dai parcheggi riduce drasticamente la presenza umana lungo le sponde dell’invaso.
In quasi assoluta solitudine ci godiamo la bellezza e la tranquillità del luogo, regalandoci anche qualche minuto di sosta sdraiati in una piccola spiaggia lontana dalla diga principale.
Lago Devero - Lago Pianboglio
Teoricamente saremmo dovuti tornare indietro una volta raggiungo il lago di Devero, ma come resistere alla tentazione di seguire le indicazioni per il lago di Pianboglio che rileviamo sul cartello dei sentieri?
Il percorso non eccessivamente impegnativo risale il fianco della montagna, consentendo una suggestiva vista del lago di Devero dall'alto, per poi immergersi nel fresco bosco, prima di ridiscendere nuovamente sulle sponde dello stesso lago che ne limitano le acque a nord.
Lasciate alle nostre spalle le verdi acque iniziamo ultimo tratto in salita che ci separa dalla nostra ultima meta, nessun'altra presenza lungo il sentiero e la suggestione raggiunge il massimo livello
Lago di Pianboglio
Il tempo di ammirare il piccolo e placido lago montano cullato dal silenzio della natura, ed è tempo di rimettersi in marcia per rientrare al campo base dove ci attende Athena; un percorso parimenti suggestivo grazie alla vista panoramica sul lago di Devero sul quale giocano sole e nuvole, ed il contesto circostante.
Il percorso di rientro
Il lago delle Streghe
Il nostro errare odierno adesso è davvero giunto al termine... se non fosse per quella indicazione che manda al Lago delle Streghe alla quale, anche stavolta non riusciamo a dire di no.
Ed infine, stanchi ma soddisfatti riusciamo a raggiungere la nostra paziente cavalcatura che attende silenziosa il nostro cambio di abiti, prima di borbottare soddisfatta e di dondolare felice sulle tortuosità che ci riaccompagnano alla nostra temporanea dimora in Valdossola.
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